Salvador, per tutti jefe Gutierrez, prese posto dietro la scrivania, sulla
poltrona di cuoio. Alle sue spalle c'era il ritratto a olio dei nonni di
Santiago, jefe Hadar e sua moglie Luna.
“Sono lieto di sapere che non ti hanno ammazzato” – disse il vecchio con un sorriso amaro.
Toccò a Santiago, sorridere.
“Non voglio trattenerti, figlio mio ma ... credo che entrambi abbiamo bisogno di chiarimenti e devo chiederti alcune cose”.
“E’ un vostro diritto” – e si sedette di fronte a suo padre.
“Quando sono arrivati gli americani hanno usato le stesse parole… E’ un vostro diritto...”
“Ma voi siete mio padre e non siete nordamericano”.
“Sono lieto di sapere che non ti hanno ammazzato” – disse il vecchio con un sorriso amaro.
Toccò a Santiago, sorridere.
“Non voglio trattenerti, figlio mio ma ... credo che entrambi abbiamo bisogno di chiarimenti e devo chiederti alcune cose”.
“E’ un vostro diritto” – e si sedette di fronte a suo padre.
“Quando sono arrivati gli americani hanno usato le stesse parole… E’ un vostro diritto...”
“Ma voi siete mio padre e non siete nordamericano”.
Il
libro è disponibile in formato e-book su Amazon e Feltrinelli.
Graditi i commenti!
Questo libro è il terzo di una
saga iniziata con “Tabacco”, proseguita con “Luna Nuova” e che terminerà con
“Il vento prima del vento”. Ogni volume può essere letto in modo separato o in
sequenza ma è importante sapere che in ognuno racconto una rivoluzione che il
popolo cubano ha realizzato per sconfiggere il malaffare, la prepotenza degli
invasori e che marchia con il fuoco della ribellione la storia dell’isola
caraibica. Per collocare storicamente le vicende di questo terzo volume, ho
attinto dal libro di Paco Ignacio Taibo II “Un hombre guapo” – edizioni Tropea
(2010) che ha narrato, con rara maestria, la vita di Tony Guiteras. Lo
scrittore racconta, oltreché la vita del lungimirante Tony, anche le vicende
della dittatura cubana del 1933, degli omicidi, della ingerenza degli Stati
Uniti d’America e di un gruppo di ribelli che lottarono per la libertà
dell’isola. Ho scomodato José Martì per raccontare il desiderio di libertà dei
cubani e alcuni grandi intellettuali italiani del ‘900 per raccontare la
solitudine di chi lotta senza arrendersi. Tributi non meno importanti arrivano
dai miei amici cubani, puri ideologicamente e rivoluzionari nella pratica di
ogni giorno, che sanno trasmettere, come nessuno, la necessità di una
rivoluzione, un canto oggi più che mai necessario. Grazie ai loro consigli ho
ricreato l’atmosfera delle lotte degli studenti, del movimento operaio e di una
rivoluzione iniziata negli anni ’30 del ‘900 e non ancora terminata. Sui loro
pensieri ho innestato la storia dei Gutierrez, personaggi inventati che mi
rappresentano in quanto, se è vero che per motivi anagrafici non ho potuto
essere presente nel tempo da me raccontato, è anche vero che lo avrei voluto
vivere appieno, cibandomi di fermenti culturali e rivoluzionari che solo un
popolo come quello cubano ha saputo sviluppare. Ai miei amici rivolgo come
sempre un saluto alla cubana: Hasta la victoria…
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