Attaverso le parole di Federica Zaccagnini che ha lavorato per il Governo dell’Ecuador ed è stata la coordinatrice della Scuola di formazione continua sul Buen Vivir ecuatoriano, cerchiamo di capire cos'è la Revolucion Ciudadana.
(Di seguito alcuni passaggi di un suo articolo apparso su L'Antidiplomatico)
Una particolare menzione merita l’obiettivo di garantire dignità al lavoro, in tutte le sue forme, continuando un percorso iniziato con l’eliminazione della terziarizzazione del lavoro, con l’obbligatorietà per i datori di lavoro di iscrizione al sistema sanitario e previdenziale pubblico dei propri dipendenti, con l’innalzamento dei salari minimi degli “ultimi” (domestiche, guardie private, polizia, maestri, …), la raggiunta uguaglianza tra salario minimo e copertura del paniere familiare di consumi di base, eccetera.
Con lo stesso documento di pianificazione, mentre si punta a rafforzare l’identità nazionale e la sovranità, in politica estera si punta anche a rafforzare l’integrazione regionale e l’inserimento strategico nel mondo (leggi: diversificazione delle relazioni internazionali -politiche e commerciali).
Dal punto di vista economico il miglioramento della qualità della vita compatibile con il concetto del socialismo del Buen Vivir si basa sul rafforzamento delle capacità delle persone, l’abbandono della concezione dell’essere umano come fattore produttivo, e, l’investimento sul talento umano delle persone, come unità di una nuova società basata sulla conoscenza. Da ciò deriva l’importante obiettivo del cambiamento della struttura produttiva: passare da una economia prevalentemente basata sull’esportazione delle materie prime ad una economia basata sulla conoscenza. Quest’ultimo è al centro della pianificazione economica a partire dal 2007, ma tarda a vedersi in maniera concreta. Anche se a partire dal 2017 l’Ecuador raggiungerà l’autosufficienza in termini di energia elettrica - importante settore per la sostituzione delle importazioni- ed ha già sviluppato un piccolo ma solido settore di alimentare di nicchia, l’antica tappa dell’industrializzazione (prevista nella prima programmazione economica) come passaggio intermedio per giungere all’economia della conoscenza è stata quasi sorpassata. Infatti possiamo prevedere con ragionevole certezza che grazie ai forti investimenti in tutto il settore dei saperi si potrebbe raggiungere direttamente la tappa finale.
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