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mercoledì 1 marzo 2017

XIX Festival de L’Habano.

Cuba garantiza la calidad y suministro de los puros Premium (hechos a mano) al mercado internacional.


Con questa dichiarazione si è aperto il 27 febbraio a l’Avana il XIX Festival de L’Habano. Come tutti sanno a Cuba si produce il miglior tabacco del mondo. In particolare nella zona di Pinar del Rio (Vuelta Abajo una zona relativamente piccola di circa 31.000 ettari) e nella zona di Santa Clara (Vuelta Arriba). La storia del tabacco si perde nella notte dei tempi e il sigaro ha attraversando ogni epoca, deliziando i palati di ricchi e dei poveri a partire dalla storia degli spagnoli, per giungere fino a noi. E se si parla di storia non si può non citare il periodo della Revoluciòn rappresentata anche attraverso immagini significative. Tra queste non è mai mancato il sigaro, in bocca a "Fidel", al "Che" e a "Camilo", a ribadire l'unità interna al nucleo fondante della Revoluciòn e annullarne le differenze di pensiero, di strategia politica, militare e caratteriali.
In particolare, al jefe Castro l'ultimo sigaro, glielo aveva regalato José Castelar Cairo, "Cueto"  mitico torcedor dell'isola che in vista del 90 compleanno (caduto il 13 agosto 2016) aveva voluto così riassumere la vita del jefe trascorsa per metà sulla Sierra maestra e per l'altra metà a comandare Cuba, confezionando uno dei suoi amati "puros", lungo ben 90 metri, un metro per ogni anno della vita del Lider Maximo.
I sigari cubani hanno rappresentato l’isola nel mondo e molte sono state le personalità che non si sono volute negare questa delizia. Furono famosi sulle labbra di Winston Churchill (dalla sua passione ne è nata perfino una serie che porta il nome dello statista) e persino il “buon” JFK ne andava pazzo. Si racconta che prima di firmare l’embargo ne abbia fatto incetta, inviando il suo portavoce Pierre Salinger sull’isola con l’obbiettivo di procurargliene un migliaio. Solo dopo, sicuro del bottino, firmò i documenti che ancora oggi, condannano Cuba all’isolamento. “La politica è importante i previlegi ancora di più” - deve aver pensato il "buon" Kennedy che non contento organizzò la spedizione della Baia dei Porci. (forse aveva finito i sigari, ci viene da pensare).  
Oggi la marca ammiraglia della produzione cubana è il “Cohiba”. Può essere considerata la migliore produzione al mondo e non è un caso che a lei vengano riservate le maggiori attenzioni in tutte le fasi del processo produttivo, in cui le foglie del ripieno sono sottoposte a una terza fermentazione, anzichè le classiche due, per sviluppare aromi e profumi di particolare eleganza"
"Il Cohiba come raccontò lo stesso Lider Maximo nel 1994 alla rivista "Cigar aficionado" - non esisteva come marchio a Cuba. Accadde che uomo che lavorava per me come guardia del corpo fumava sigari belli e aromatici, e allora gli chiesi cosa stesse fumando. Mi rispose che non era una marca particolare, e che a darglieli era stato un amico che li fabbricava. Dissi: "Troviamolo". Provai quei sigari, erano così buoni che lo rintracciammo e gli chiedemmo come li faceva. Ci spiegò la qualità di tabacco usata e la sua lavorazione". "A quel punto - prosegue Castro - mettemmo insieme dei produttori di sigari, mettendo a loro disposizione tutto ciò che occorreva e la fabbrica fu fondata. Tutto in cinquanta anni. Mezzo secolo in cui grazie ai Rivoluzionari per eccellenza il sigaro cubano ha percorso in lungo e largo tutte le strade dei cinque continenti, partendo da una piccola isola per arrivare, orgoglioso e sfrontato, anche sulle labbra dei capitalisti che tanto odiano la Revoluciòn!  




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