Cuba
garantiza la calidad y suministro de los puros Premium (hechos a mano) al
mercado internacional.
Con
questa dichiarazione si è aperto il 27 febbraio a l’Avana il XIX Festival de
L’Habano. Come
tutti sanno a Cuba si produce il miglior tabacco del mondo. In particolare
nella zona di Pinar del Rio (Vuelta Abajo una zona relativamente piccola di
circa 31.000 ettari) e nella zona di Santa Clara (Vuelta Arriba). La storia del
tabacco si perde nella notte dei tempi e il sigaro ha attraversando ogni epoca,
deliziando i palati di ricchi e dei poveri a partire dalla storia degli
spagnoli, per giungere fino a noi. E se si parla di storia non si può non citare il periodo
della Revoluciòn rappresentata anche attraverso immagini significative. Tra
queste non è mai mancato il sigaro, in bocca a "Fidel", al "Che" e a "Camilo",
a ribadire l'unità interna al nucleo fondante della Revoluciòn e
annullarne le differenze di pensiero, di strategia politica, militare e
caratteriali.
In
particolare, al jefe Castro l'ultimo sigaro, glielo aveva
regalato José Castelar Cairo, "Cueto" mitico torcedor dell'isola che in vista del
90 compleanno (caduto il 13 agosto 2016) aveva voluto così riassumere la
vita del jefe trascorsa per metà sulla Sierra maestra e per l'altra
metà a comandare Cuba, confezionando uno dei suoi amati "puros", lungo ben
90 metri, un metro per ogni anno della vita del Lider Maximo.
I
sigari cubani hanno rappresentato l’isola nel mondo e molte sono state le personalità
che non si sono volute negare questa delizia. Furono famosi sulle labbra
di Winston Churchill (dalla sua passione ne è nata perfino una
serie che porta il nome dello statista) e persino il “buon” JFK ne andava pazzo.
Si racconta che prima di firmare l’embargo ne abbia fatto incetta, inviando il
suo portavoce Pierre Salinger sull’isola con l’obbiettivo di
procurargliene un migliaio. Solo dopo, sicuro del bottino, firmò i documenti
che ancora oggi, condannano Cuba all’isolamento. “La politica è importante i
previlegi ancora di più” - deve aver pensato il "buon" Kennedy che non
contento organizzò la spedizione della Baia dei Porci. (forse aveva finito i
sigari, ci viene da pensare).
Oggi
la marca ammiraglia della produzione cubana è il “Cohiba”. Può essere
considerata la migliore produzione al mondo e non è un caso che a lei vengano riservate
le maggiori attenzioni in tutte le fasi del processo produttivo, in cui le
foglie del ripieno sono sottoposte a una terza fermentazione, anzichè le
classiche due, per sviluppare aromi e profumi di particolare eleganza"
"Il Cohiba come
raccontò lo stesso Lider Maximo nel 1994 alla rivista "Cigar aficionado" - non
esisteva come marchio a Cuba. Accadde che uomo che lavorava per me come guardia
del corpo fumava sigari belli e aromatici, e allora gli chiesi cosa stesse
fumando. Mi rispose che non era una marca particolare, e che a darglieli era
stato un amico che li fabbricava. Dissi: "Troviamolo". Provai quei sigari,
erano così buoni che lo rintracciammo e gli chiedemmo come li faceva. Ci
spiegò la qualità di tabacco usata e la sua lavorazione".
"A quel punto - prosegue Castro - mettemmo insieme dei produttori di
sigari, mettendo a loro disposizione tutto ciò che occorreva e la fabbrica fu fondata. Tutto in cinquanta anni. Mezzo secolo in cui grazie ai Rivoluzionari per eccellenza il
sigaro cubano ha percorso in lungo e largo tutte le strade dei cinque
continenti, partendo da una piccola isola per arrivare, orgoglioso e sfrontato,
anche sulle labbra dei capitalisti che tanto odiano la Revoluciòn!
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